Alle ore 05.30 del 17 agosto 2009 personale dipendente la Sezione Anticrimine del Commissariato di P.S. di Palma di Montechiaro, a conclusione di una attività di indagine iniziata nel decorso mese di giugno, ha tratto in arresto, in esecuzione di Ordinanza che dispone la Custodia Cautelare in Carcere emessa in data 15 agosto u.s dal G.I.P. presso il Tribunale di Agrigento:
Morgana Domenico, nato il 20/02/1974 a Palma di Montechiaro ed ivi residente in via Belgio n° 4, coniugato; pregiudicato.
Pace Angelo, nato il 24/08/1975 a Palma di Montechiaro ed ivi residente in via S. Allende n° 18, coniugato.
Responsabili del reato di tentata estorsione ai danni di un imprenditore.
Grande importanza ha assunto nel corso delle delicate indagini l’attività dell’Associazione Antiracket di Gela che, nella persona del proprio Presidente Renzo Caponetti, ha supportato l’imprenditore “taglieggiato” offrendo e garantendo allo stesso, l’esperienza dell’Associazione e della sua struttura partecipando con costante presenza alla fase conclusiva delle indagini di Polizia.
Esperite le formalità di rito il Morgana ed il Pace sono stati associati alla Casa Circondariale “Petrusa” di Agrigento a disposizione della competente A.G.
«Volete lavorare a Palma di Montechiaro? E allora dovete pagare, altrimenti vi facciamo chiudere». È questa la minaccia che Domenico Morgana, 35 anni, e Angelo Pace, 36 anni, entrambi palmesi, facevano ai lavoratori di Antonio Ferrigno, imprenditore di Mazzarino, a cui il Comune ha affidato i lavori di ristrutturazione dell’asilo dell’istituto comprensivo “D’Arrigo” di Palma. I due sono stati arrestati dai poliziotti del commissariato di Palma di Montechiaro, diretto da Angelo Cavaleri, nell’ambito dell’operazione denominata «Ultimatum», con l’accusa di estorsione in concorso. Tutto comincia quando Morgana e Pace entrarono di notte nell’istituto scolastico rubando dei computer. Da quel momento, gli investigatori hanno puntato la lente d’ingrandimento sui due. Ma invece di scoprire una semplice storia di “ladruncoli”, hanno sgominato una vera e propria estorsione.
Angelo Pace, che è stato il primo a prendere contatti con l’imprenditore nisseno, ha inizialmente chiesto l’assunzione del cognato, Angelo Palermo. In un secondo momento, però, il palmese, insieme a Morgana, ha chiesto a Ferrigno cinquemila euro, oltre al tre percento dell’appalto, ovvero 12mila euro. Una richiesta sempre più insistente, al punto da impaurire gli operai che, negli ultimi giorni, non sono andati a lavorare al cantiere proprio per timore dei due palmesi. L’attività d’indagine si è servita delle intercettazioni telefoniche che hanno confermato gli indizi precedentemente scoperti dai poliziotti del commissariato di Palma di Montechiaro. Angelo Pace è incensurato, ma parente del killer che uccise il giudice Rosario Livatino. Domenico Morgana, invece, ha precedenti penali per traffico di stupefacenti. I due, dopo le formalità di rito, sono stati rinchiusi al carcere di contrada Petrusa, ad Agrigento, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Fondamentale, inoltre, si è rivelato per gli investigatori il ruolo dell’associazione antiracket di Gela che, tramite il presidente Renzo Caponnetti, ha sostenuto l’imprenditore taglieggiato, convincendolo a collaborare con la polizia.
Fonte: giornalenisseno.com