Vasta operazione antimafia contro le cosche mafiose di Gela che avevano esteso le proprie attività illecite anche in alcune zone del Nord Italia. La polizia ha infatti eseguito 63 mandati di arresto (27 effettuati nella notte, 36 notificati in carcere) tra Sicilia, Lombardia e Liguria nei confronti di esponenti dei clan Rinzivillo ed Emmanuello.
Le accuse sono di estorsione, associazione mafiosa, traffico internazionale di sostanze stupefacenti, incendi, detenzione e porto di armi. L’indagine è stata condotta dallo Servizio centrale operativo e dalle squadre mobili di Caltanissetta, Varese e Genova, due province del Nord dove le cosche gelesi si sarebbero insediate da tempo. Nell’ambito dell’operazione, denominata «Tetragona» le cui indagini sono durate tre anni, sono stati anche sequestrati appartamenti, ville e società edili, per un valore di oltre 10 milioni di euro.
DROGA – Gli affiliati delle due cosche, da tempo in lotta tra loro per il predominio mafioso, erano inoltre coinvolti in un traffico di cocaina importata dalla Repubblica Dominicana, i cui proventi venivano reinvestiti in immobili e imprese commerciali nel Nord. Sono state infine accertate numerose estorsioni nei confronti di imprenditori del settore edile e di titolari di esercizi commerciali. Tra gli arrestati anche un dipendente del Comune di Gela, Angelo Camiolo, che informava la cosca sugli appalti comunali e incassava il «pizzo» dagli imprenditori che effettuavano i lavori.
INDAGINI – I clan Rinzivillo e ed Emmanuello erano entrambi legati al capomafia della provincia di Caltanissetta, Piddu Madonia, catturato nel 1992. Dopo la morte del boss Daniele Emmanuello nel 2007, i Rinzivillo tentarono di riconquistare il comando, approfittando della momentanea instabilità al vertice di Cosa nostra. Il clan sarebbe riuscito a infiltrarsi nel Nord Italia, in particolare nella zona di Busto Arsizio, grazie a imprenditori gelesi compiacenti e ad alcuni affiliati. Quindici imprenditori hanno denunciato intimidazioni e richieste di tangenti. Sono stati inoltre ricostruiti decine di episodi estorsivi. Le indagini si sono avvalse della collaborazione di diversi pentiti appartenenti alla Stidda e a Cosa nostra.
Fonte: corriere.it
Questi i destinatari delle 63 ordinanze di custodia cautelare in carcere nell’operazione antimafia “Tetragona” eseguita, nel corso della notte, dalla polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, in Sicilia, Liguria e Lombardia. A Gela sono stati fermati Graziano Gaetano Argenti, 29 anni; Giuseppe Biundo Deodati, di 63 anni; Salvatore Burgio, di 74 anni; Angelo Camiolo, di 57 anni, dipendente del Comune di Gela; Carmelo Collodoro, di 49; Giuseppe Costa, di 44; Nunzio Di Gennaro, di 56; Giacomo Di Noto, di 30; Nunzio Truculento, 40 anni; Sandro Emmanuello, di 35; Alessandro Farruggia, di 33; Massimo Gerbino, di 32; Angelo Bruno Greco, di 45; Nicola Liardo, di 37; Valerio Longo, di 39; Giuseppe Morello, di 36; Luigi Nicosia, di 31; Alessandro Pardo, di 30; Giuseppe Truculento, di 43 anni, tutti di Gela.
A Busto Arsizio (Va) le manette sono scattate per Pietro Antonio Caielli, di 62 anni, originario di Castrovillari; Sergio Luigi De Bernardi, di 60 anni e Aldo Pione, di 43 anni, entrambi bustocchi; Nunzio Orazio Tallarita, di 51 anni, di Gela; Claudio Conti, di 50 anni, di Lovere (Bg); Salvatore Fiorito, 67 anni, di Catania ma residente a Farno (Va); il gelese Angelo Vizzini, di 33 anni, residente a Cadarno del Campo (Va).
A Genova sono stati arrestati Emanuele Monachella e Vincenzo Morso, entrambi 55enni di Gela. Detenuti: Giuseppe Alessandro Antonuccio, di 31 anni; Rocco Crocifisso Bassora, di 39 anni; Massimo Carmelo Billizzi, di 36; Questi invece gli imputati in stato di detenzione ai quali i provvedimenti restrittivi sono stati notificati in carcere: Emanuele Burgio, di 39; Salvatore Burgio, di 45; Vincenzo Burgio, di 43 anni; Salvatore Cannizzo, di 48; Filippo Casciana, di 50; Nunzio Cascino, di 43; Angelo Cavaleri, di 39; Rosario Vizzini, 51 anni; Salvatore Cavallo, di 29; Armando Giuseppe D’Arma, di 57; Paolo Di Maggio, di 51; Giovanni Di Noto, di 30; Alessandro Emmanuello, di 44; Rocco Ferlenda, di 41; Gianluca Gammino, 37 anni; Emanuele Ganci, di 32; Salvatore Gravagna, di 29; Emanuele Greco, di 38; Vincenzo Gueli, di 46; Gioacchino La Cognata, di 46; Maurizio Saverio La Rosa, di 42 anni; Enrico Maganuco, di 48; Francesco Morteo, di 47; Fabio Nicastro, di 39; Paolo Palmeri, di 44; Giuseppe Piscopo, di 35; Crocifisso Rinzivillo, di 51; Giuseppe Stimolo, di 35; Salvatore Terlati, di 37; Francesco Vella, di 36; Domenico Vullo, di 35 anni, tutti di Gela, e Sebastiano Pelle, di 49 anni, di S, Luca (RC).
Sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione e traffico di stupefacenti. All’operazione e alle indagini ha partecipato anche la Guardia di finanza che ha provveduto, assieme alla Squadra Mobile di Caltanissetta, ad effettuare attività di riscontro alle dichiarazioni di un imprenditore edile di Gela, vittima del racket di “Cosa Nostra”.
Fonte: livesicilia.it