Scoperta dalla guardia di finanza una mega truffa tra Sicilia e Calabria: oltre 200 denunce, coinvolti dirigenti e professori, sequestrati 12 istituti scolastici nelle due regioni. Studenti di tutta Italia pagavano dai 3 ai 5 mila euro per un attestato.
La guardia di finanza di Gela ha eseguito all’alba di oggi sette arresti, quattro ordinanze in carcere e tre agli arresti domiciliari, e tredici misure coercitive di natura personale nell’ambito dell’operazione ‘Atena’ che ha fatto luce su un giro di diplomi facili.
Sequestrati anche 12 istituti scolastici siciliani e calabresi; e oltre duecento, tra ispettori, dirigenti, organizzatori, docenti, personale amministrativo, collaboratori, sono stati denunciati. Sotto sequestro anche le otto società di controllo e beni immobili e finanziari per circa due milioni di euro.
La base dell’organizzazione era tra Gela, Licata e Catania, con ramificazioni nel resto dell’Isola e in Calabria. Gli studenti ottenevano i diplomi pur non frequentando le lezioni pagando dai tremila ai cinquemila euro per l’ottenimento di un diploma di scuola secondaria.
Grazie a un complesso sistema si facevano apparire come effettivamente realizzate attività scolastiche (frequenza, didattica, esami e così via) in realtà mai realizzate. Ne avrebbero usufruito studenti di tutta Italia. A seconda del prezzo pagato veniva concesso anche di “costruire false carriere scolastiche ad hoc sostenendo esami, anch’essi pilotati, per saltare qualche anno”
Una truffa messa in atto, sottolineano le fiamme gialle, “anche attraverso il coinvolgimento dei docenti i quali si prestavano alle falsificazioni dei registri e dei vari atti d’esame, coscienti della scarsissima preparazione degli studenti. Alla redazione di atti falsi partecipava anche personale amministrativo in servizio presso gli istituti scolastici, consentendo l’iscrizione di alunni anche se privi dei requisiti necessari, e addirittura, in alcuni casi, effettuando iscrizioni al quinto anno pochi giorni prima di sostenere l’esame di Stato”.
Le indagini, condotte attraverso la meticolosa analisi degli atti e dei registri, hanno permesso di individuare oltre quattrocento diplomi rilasciati illegittimamente, ovvero sulla scorta di false attestazioni. Si è appurato che gli studenti, oltre a non frequentare, sostenevano esami dall’esito del tutto scontato. L’organizzazione con il tempo era cresciuta anche grazie a centri studi affiliati, istituiti al fine di procacciare gli studenti a cui rilasciare diplomi facili. Contestati – oltre all’associazione per delinquere finalizzata a ottenere ingenti profitti attraverso la produzione di carriere scolastiche falsate con la corruzione di dirigenti e ispettori – la commissione di un vasto elenco di reati che vanno dal falso in atto pubblico alla rivelazione di segreti d’ufficio, dall’omissione di atti d’ufficio all’attestazione di false identità, dal favoreggiamento personale alla truffa perpetrata con false attestazioni mediche. Contestato in alcuni casi anche il reato di frode fiscale.
Risultano inoltre indagati due ispettori dell’ufficio scolastico regionale “per aver, dietro compenso – spiega la guardia di finanza -, omesso di rilevare palesi irregolarità che avrebbero minato la sussistenza dei requisiti di legge per il mantenimento dello status di scuole parificate”.
Fonte: lasiciliaweb.it
Le persone arrestate:
– Emanuele Cassarino di Gela;
– Ernesto Calogero di Catania;
– Giuseppe Malfitano, di Licata;
– Giovanni Rapidà, di Licata.
Agli arresti domiciliari:
– Patrizia Calvo di Rosolini, gestore di uno dei Centri Studi coinvolti
– Libero Lise, attuale presidente del consiglio comunale di Rosolini
– Luigi Rizzari di Catania, di 43 anni, gestore di uno dei Centri studi coinvolti nonché Dirigente Scolastico dell’Istituto Paritario Michelangelo di Gela.
Denunciati: oltre duecento, tra ispettori, dirigenti, organizzatori, docenti, personale amministrativo, collaboratori, sono stati denunciati